20.1.15

Il Segno dei Quattro


Il mio percorso di lettura/rilettura dei classici di Arthur Conan Doyle dedicati al detective più famoso di sempre, prosegue parsimonioso (destato da vivo interesse) e si arricchisce così di un nuovo tassello. Dopo il bel romanzo Uno Studio in Rosso è toccato quindi al secondo tomo (o sarebbe meglio parlare di "tomino"): Il Segno dei Quattro.

E' abbastanza noto che questo secondo romanzo breve non rientra tra le storie migliori del personaggio e, più in generale, tra le cose più interessanti di Doyle. Si respira piuttosto la stessa atmosfera di quelle storie riempitivo posizionate tra cose più importanti (un appassionato di fumetti Marvel lo avrebbe chiamato "fill in"), in attesa delle indagini più note che sarebbero seguite.
Credo sia l'unico romanzo, questo, dove il lettore non avrà il piacere di seguire Holmes nella sua indagine cercando di tenere passo (arrancando) dietro le sue spiccate deduzioni. Il colpevole di turno questa volta è abbandonato alla sua fuga e veniamo messi a conoscenza quasi subito della sua identità, anche se non lo si "vedrà" che alla fine. Tu che leggi, insomma, sei temporaneamente messo da parte, mentre Holmes si muove dietro il sipario per risolvere al meglio la situazione con i suoi soliti metodi.


Mai come ne Il Segno dei Quattro, Sherlock Holmes è solo co-protagonista. Nulla si aggiunge al suo personaggio che non sia già stato detto nel precedente romanzo. Viene delineato invece il carattere educato e timoroso del buon John Watson (qui oggetto di particolare attenzione da parte di Doyle) che al contrario del suo compagno di avventure, è preda di amore ed emozioni mai provate prima. Il cuore di Watson sembra battere per quella stessa signorina Mary Morstan che incarica i due amici di scoprire che fine ha fatto il misterioso tesoro che suo padre aveva scoperto durante un soggiorno militare in India (dal quale non sarebbe mai più tornato).

Da sottolineare qui la presenza di un paio di personaggi da apparizione unica che Doyle ha utilizzato nella saga HolmesianaAthelney Jones, goffo e furbetto ispettore di Scotland Yard che qui sostituisce la più nota figura dell'ispettore Lestrade, e Toby, un formidabile segugio metà spaniel e metà lurcher che sarebbe tornato solo in un romanzo apocrifo (Sherlock Holmes vs. Dracula firmato da Loren D. Estleman).


Il Segno dei Quattro è un romanzo leggero e godibile che per lo più trova il massimo picco nella parte iniziale, dove Holmes e Watson dovranno venire a capo del misterioso omicidio di Bartholomew Sholto, assassinato da una spina avvelenata nel suo studio le cui porte e finestre sono sbarrate dall'interno (si, Doyle sembra voler omaggiare gli estremi de I Delitti della Rue Morgue, scritto da Edgar Allan Poe mezzo secolo prima).

Seguirà prima o poi Le Avventure di Sherlock Holmes, una raccolta di racconti di validissimo spessore (o così ricordo dalle mie letture giovanili), il primo dei quali, il celebre Uno scandalo in Boemia, viene ancora oggi riconosciuto dagli appassionati di Sherlock Holmes, e in generale dello scrittore scozzese, come uno degli scritti più ispirati di Doyle.

4 commenti:

La firma cangiante ha detto...

Ottime letture, lessi tutto molti anni or sono, forse anche per me è giunto il momento di riprendere in mano Holmes.

Per ora inizierò con I vivi e i morti, alla fine ho optato per la Cosmo.

PS: stasera alle 21.00 si organizza una serata musicale, se vuoi essere dei nostri trovi i dettagli sul mio blog :)

LUIGI BICCO ha detto...

L'albo della Cosmo ho dovuto ordinarlo prima dell'uscita, giusto per stare sicuri (e infatti non l'ho ancora visto in giro).

Della serata già so. Caso vuole che mentre tu commentavi qui, io commentavo lì :)

GiovanniMarchese ha detto...

Grande A.C.Doyle! Avete letto i suoi racconti fantastici? Quelli fuori dalla saga del detective di Baker Street, intendo. Consigliatissimi! A proposito di ri-letture... da tempo medito una ripresa di Sandokan... ma non ho ancora trovato il tempo!

LUIGI BICCO ha detto...

@ Giovanni:
Curioso che tu lo chieda. Sulla scrivania ho da giorni il volume "Tutti i Racconti Fantastici e dell'Orrore" della Newton. L'ho letto parecchi (ma davvero parecchi) anni fa e avevo deciso di ridare un'occhiata :)

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